Potere al gesto
Credo che la pratica della danza debba offrire al corpo del danzatore gli strumenti per esprimersi attraverso una tecnica di movimento, di improvvisazione e di composizione.L’atto creativo prende forma attraverso una struttura, queste idee sono un punto di partenza, il resto è compito del danzatore.
Francesca Lettieri
Tecnica di movimento, una pratica sul corpo che permetta al performer di procedere nello spazio attraverso una meccanica duttile e flessibile, secondo un’idea di spazio totale e interconnesso. Gli obbiettivi della pratica sono: adattabilità, organicità, velocità e capacità repentina di cambio di livello e di direzione.
Tecnica di improvvisazione
Come azione danzata imprevedibile ma organizzata. La pratica spinge il danzatore a prendere decisioni creative e complesse in uno spazio in costante trasformazione perseguendo alcuni obbiettivi:
- Allargare la capacità di immaginazione e di invenzione
- Sviluppare la capacità di imitazione sviluppando il meccanismo del passaggio di informazioni dall’uno all’altro danzatore
- Sviluppare la fiducia negli altri membri del gruppo (attivo\passivo, seguire\guidare)
- Ampliare le capacità ritmiche del danzatore e la sua abilità nel costruire strutture ritmiche, ascolto del timing e relazione con il suono (velocità, accenti, pause, accelerazione e decelerazione)
- Costruzione e composizione dello spazio (cambi di livello, direzioni, distanza, focus, design del gruppo nello spazio)
Tecnica di Composizione
Come scegliere il materiale? Cosa tenere e cosa buttare?
Come cominciare e come concludere una composizione coreografica?
Quale registro scegliere ?
Come cambiare registro e come condurre il lavoro coreografico attraverso un processo di trasformazione da un registro all’altro?
Quale linguaggio per quale spazio: costruire una composizione coreografica per uno spazio teatrale o per uno spazio non-convenzionale.
Alcune qualità richieste nel linguaggio coreografico: visibilità, accuratezza, consistenza, molteplicità.